lunedì 24 settembre 2012

Il Lazio, la politica, il disgusto

Non sono avezzo a fare interventi politici, ma non posso starmene nel mio cantuccio e non esprimere la mia opinione davanti a cose che hanno del scioccante. 
Un sistema politico devastato da protezionismi interni che allontanano le persone non solo dalla politica, ma dal sociale, dall'impegno personale nella difesa del territorio, del sociale, della legalità.
Una passione, quella politica, che negli ultimi tre decnni è diventata una professione, un professione che è diventata carriera personale utile a portare avanti interessi personali. 
Non è facile populismo è che quei 14 milioni di euro distribuiti tra TUTTI i partiti fanno male, troppo male. Troppo male davanti ad italiani che dal 2008 stringono la cinghia per sopravvivere. Gli stessi italiani che vedono un classe media con redditi da 65.000,00 euro pagare le tasse universitarie equiparate a quelli che hanno redditi di centinaia di migliaia di euro annui. Quegli italiani che, per mancanza di fondi, intravedono le liste di attesa di due anni per una mammografia, per una tac e chissà cos'altro.
Fa male che mentre la popolazione accetta di fare sacrifici, si passi da 1 milione a 14 milioni di euro consegnati ai partiti. Per cosa? La storia della garanzia democratica lascia il tempo che trova.
Io sono legato al mio territorio. Ho provato ad immaginare, dunque, cosa avremmo potuto fare se avessimo avuto a disposizione i soldi che, nel Lazio, sono stati destinati in quel modo aberrante. 
Avremmo potuto ristrutturare almeno 6 edifici ad uso sanitario come la Coproma di Voltri. Avremmo fatto 5 interventi di restauro completo nel parco di Villa Galliera. Avremmo garantito al ponente una manutenzione impressionante, al pari di alcune cittadine della riviera francese. E' la cifra che servirebbe all'AMT per poter respirare, quella cifra che dovrebbe risparmiare dopo l'accordo sofferto di settembre. E' molto più della metà del contratto di servizio di ASTer per la manutenzione dell'intera città di Genova.
Questo perché mi piace dare concretezza alle notizie. 
Mi dispiace che anche il mio partito abbia avallato questo aumento indiscriminato senza battere ciglio. E non bastano le dimissioni "da buona opposizione"; basterebbe, una buona volta, fare una sana e attesa autocritica.
Non possiamo permetterci di avallare questo sistema, di finire in questo codazzo indecente e far finta di niente. Di pensare che, siccome siamo di sinistra, qualcuno ci debba sempre qualcosa e che siamo a prescindere nel giusto. 
L'altra sera mi è stato contestato che dobbiamo parlare più di primarie e meno di territorio. Finché qualcuno, all'interno del nostro partito, volerà troppo alto per poter solo che accarezzare lo scalpo della gente, avremo perso il nostro obiettivo: che non è il cielo, ma e la cruda realtà sul suolo del nostro paese.


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